La domanda turistica

Turismo a Firenze (in Toscana)

Ma se la domanda turistica è globale, ne deve derivare un impegno globale.

In termini di responsabilità collettiva sarebbe maturo il tempo per lanciare una “Kyoto del turismo”, seppure limitata a quelle località ed a quei paesi che sono interessate ad un turismo attratto da risorse storico-artistiche (ed anche naturali nei casi di irriproducibilità delle stesse) praticamente immodificabili in termini quantitativi.

Sarebbe già un bel risultato se Firenze riuscisse nell’obbiettivo di aggregare politicamente le volontà delle città storico-artistiche che gravitano sul bacino del Mediterraneo; di contribuire così a dare concretezza alle indicazioni dell’UNESCO a favore di politiche “attive” in questo ambito.

Bisogna ammettere che in proposito la nostra coscienza è drammaticamente arretrata, e va tenuta a mente la scarsa eco che iniziative del genere prese proprio da Firenze ottennero in passato.

In un momento in cui il Mediterraneo è teatro di drammatici scontri di guerra può apparire utopistico lanciare l’idea di realizzare una carta dei doveri del turista comune per tutti i visitatori di un bacino che includa appunto le città d’arte. Ma non si tratta di puntare ad obbiettivi oggi irrealistici.

Si può puntare ad una carta dei doveri del turista promossa da dieci o quindici città d’arte che gravitano sul Mediterraneo, una iniziativa alla quale potrebbe aderire in seguito chi ha conseguito le condizioni per assicurare al turista una condizione di ordinaria sicurezza.

Potrebbe tradursi in un breve elenco di comportamenti che il turista deve tenere anche nella visita ad alcune risorse turistiche che già non prevedono precise condizioni per l’accesso, così come oggi accade per chi visita musei o luoghi di culto secondo quanto prescrivono le diverse tradizioni religiose.

Il tutto dovrebbe essere accompagnato dalla creazione di facilities – alcune gratuite altre disponibili dietro pagamento di una spesa relativamente contenuta – per soddisfare i bisogni elementari personali.

Solo a queste condizioni si può auspicare e richiedere un corretto comportamento da parte del turista.

Firenze, così come qualsiasi altra località turistica per eccellenza, non può divenire la roulettopoli per insaziabili giramondo; deve esserci posto anche per loro, ma a certe condizioni.

Il lettore della ricerca condotta dal CESIFIN può darsi avverta un comprensibile senso di disincanto nel prendere atto di quanto il tema-problema dell’immondizia prodotta dai turisti escursionisti ha travagliato e preoccupato chi la ricerca ha guidato o condotto.

Tutti avvertiamo un personale intimo disagio a passare dall’occuparsi del modo in cui mettere in sicurezza il Perseo al problema di smaltire parecchie volte al giorno cumuli di spazzatura provocata in continuazione dai turisti, ai quali si potrebbe chiedere almeno di selezionarla per riporla poi in contenitori debitamente localizzati e segnalati.

Il problema sarà quello di far tenere certi ordinati comportamenti anche ai residenti a Firenze, i quali dovrebbero sentire come un dovere civico almeno il rispetto delle indicazioni stradali che debbono valere per tutti.

Ciò che vale nelle zone pedonali di Londra o di Parigi o nella via centrale di Vienna oppure in quella di Heidelberg o di Dubrovnik deve valere anche nelle vie del centro storico fiorentino.

Una intelligente politica turistica di lungo termine a Firenze non può naturalmente prescindere da un duttile ed intelligente, ma rigoroso, comportamento della polizia municipale che tutti dovremmo agevolare in un compito tutt’altro che facile.

Ne deriva che una carta dei doveri del turista dovrebbe valere anche per i fiorentini, ai quali vanno chiesti comportamenti uguali a quelli che essi tengono in altri paesi.

Resta il fatto che in ogni parte del mondo si avverte il problema di come far sopportare al turista almeno una parte dei costi che direttamente od indirettamente provoca nel caso in cui non dia luogo ad alcuna transazione turistica (o comunque a un numero di transazioni relativamente modesto, ovvero insoddisfacente).